Vertical Farms

DI COSA SI TRATTA


Le Vertical Farms sono biotorri autosufficienti, adibite alla coltivazione di cibi biologici nelle aree cittadine, “nate” otto anni fa da un progetto di Dickson Despommier, professore di scienze ambientali.
Secondo il professore statunitense, le Vertical Farms si prestano ad essere un ottimo strumento attraverso il quale raggiungere un'autosufficienza alimentare.
Esse permettono di abbandonare l'agricoltura intensiva consentendo a significative porzioni di terreni agricoli di tornare allo stato di foreste e di riacquistare il ruolo di “polmone verde” del pianeta in grado di ridurre la quantità di biossido di carbonio nell'atmosfera.

I VANTAGGI


I principali vantaggi delle Vertical Farms sono una produzione annuale continua indipendente dal clima tale da consentire una disponibilità di cibo maggiore, l'aumento di superficie utilizzabile verticalmente risparmiando superficie piana e l’assenza dell'utilizzo di pesticidi e fertilizzanti per garantire coltivazioni più naturali.
Inoltre, il ricorso alle Vertical Farms permetterebbe di convertire le acque scure in una forma di nutrimento per le piante, di creare nuove opportunità lavorative, darebbe nuova vita agli edifici abbandonati e ridurrebbe drasticamente l'uso del combustibile normalmente usato dai macchinari agricoli e dai mezzi di trasporto.

VICINO A NOI


Skyland è un'idea progettuale realizzata dall'ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) per la costruzione di una vertical farm interamente italiana che verrà presentata in occasione di EXPO 2015.
L’edificio sarà caratterizzato dall’alternanza di spazi domestici ed aree adibite all'agricoltura che, secondo le intenzioni, dovrebbero produrre cibo biologico per circa ventimila persone, cibo che sarà poi venduto nel centro commerciale sito all'interno dell'edificio stesso.
Skyland sarà a impatto zero: gli scarti derivanti dai processi di coltivazione saranno utilizzati per la produzione di energia pulita, generata tramite la loro combustione. L’energia prodotta sarà successivamente messa a disposizione per l'illuminazione dell'edificio, creando un sistema energetico autosufficiente e rinnovabile.